lunedì 14 settembre 2015

#day11

Giornate intense, perdonatemi ma tutto questo per me è un piacere - non propriamente un lavoro - e pertanto a volte mi passano per la testa talmente tante cose da scrivere che nel dubbio dormo. Oggi sono polemica con il mondo e non ci vuole un genio a capirlo e pure il tipo che mi ha fatto la foto oggi per la tessera universitaria se ne dev'essere accorto quando dopo il primo scatto gli ho detto NON TI AZZARDARE A METTERE QUESTA QUI FAMMENE UN'ALTRA.

Ripartendo da sabato pomeriggio, siamo andate al fiume io, Zuza, Eli e la ragazza turca con il nome che inizia con Beru ma che nessuno mai si ricorda fino in fondo.
Beru mi ha chiesto di questo blog, e se sono o meno una scrittrice professionista. Le ho detto che scrivo il blog solo quando ho qualcosa da dire e che in realtà tutti ridono ma non so perchè ridono. Lei mi ha risposto che se ci pensi scrivendo è più facile far piangere una persona piuttosto che farla ridere e io l'ho preso come un complimento. Ma già questa ragazza mi era stata simpatica quando mi ha detto che sono veramente molto magra, quindi forse adesso mi sto gasando un po' troppo.
Eravamo al fiume e mi sono persa nei miei pensieri guardando le onde e i gabbiani e Eli di improvviso mi ha chiesto "E di oggi. cosa scriveresti?". Ho risposto che probabilmente avrei scritto che ero contenta perchè avevo scroccato un tè allo stand della Nescafè - in Erasmus tutto fa numero. Forse in realtà avrei voluto dirle che sono felice tutti i giorni che mi sveglio qua anche se poi si sta a casa a guardare un film che dovrebbe far piangere e non ci fa piangere perchè non capiamo le battute e che forse non è normale che uno si senta a casa anche se non è a casa.
Siamo andate via e il mio trasgressivo sabato sera è finito su un divano tra Oleg disperato perchè quando torna deve andare a convivere e Jacob triste perchè deve stare due anni qua e la sua ragazza è in Germania chissàconchi.

Domenicaèsempredomenica e il tempo a Lisbona ieri non ha aiutato.
Sono andata a fare colazione al Continente - per intenderci una sorta di Mercatò portoghese. Ho incontrato un ragazzo in coda per fare colazione. Lui mi guardava e io lo guardavo, lo guardavo ancora e lui mi sorrideva. Siamo andati avanti così per un po' ma poi si vedeva che sta maledetta cintura del passeggino doveva proprio dargli fastidio e così vergognandosi un po' non ce l'ha più fatta e un po' ha pianto. Volevo offrirgli un pasteis per non pensarci ma dev'essersi accontentato del biberon.
Di pomeriggio io, Lucrezia, Eli, Zuza e Nicoletta siamo andate finalmente all'HappyHoliFusionFestival! O festival das cores. Che poi secondo noi cores voleva dire un po' cuori un po' portoghesidodicennifattiammerdaallequattrodelpomeriggio della serie che se mio figlio viene su così lo butto giù da una rupe che manco gli spartani.
Abbiamo ballato e la cosa si è poi trasformata in un mega rave con gente che zompava da tutte le parti. Inserisco anche questa nelle cose più belle che abbia fatto a Lisbona ( prendere nota - lo fanno anche a Torino, perchè non ci vado mai? ).
Ovviamente era da quando ero arrivata che Lisbona non mi aveva ancora fatto partecipe dei suoi acquazzoni e quindi siamo dovute scappare via perchè va bene divertirci lanciandoci i colori ma poi se mi viene male al collo perchè ho i capelli bagnati dalla pioggia sono cazzi. Per quanto ero colorata e fradicia ho spaventato una ragazzina in metro e sono andata a casa.
La domenica pomeriggio è proseguita con io, Chiara e Oleg sul divano tra tisanina e pioggerellina sui vetri. Forse mi sono anche addormentata sul divano ma non me lo ricordo. Non avevo voglia di uscire ma neanche di cucinare così io e Eli siamo andate dal cina dietro l'angolo e abbiamo mangiato sushi che però non era proprio proprio buonissimo e in effetti neanche la cina stessa era molto convinta.
Siamo tornate a casa e ci siamo guardate P.s. I Love You ma io capivo solo quando nella lettera gli scriveva "P.s. I Love You" ma forse solo perchè era il titolo del film. Sono andata a dormire quando il film è finito.

Oggi, che dire. Un auditorium universitario che forse il nostro di Torino risulta comparabile alla più grande stalla mai costruita. In realtà molto controverso il discorso di apertura: "il Portogallo come sapete ha un piede nella fossa, abbiamo bisogno di gente come voi qua". Questo mi ha fatto pensare che forse forse il buffet mega galattico che ci siamo trovati fuori non era proprio solo perchè siamo carini e veniamo da lontano. Questi gli pare che gli risolleviamo il deficit solo perchè ci danno i pasticcini con il cioccolato. E la frutta fresca. E gli involtini con il curry. E i panini con il prosciutto. E i pasteis de nata. Boh ci penso, ma signor Rosario dell'Ufficio Relazioni Internazionali Incoming io non so come dirglielo che io vengo dall'Italia e non so come aiutarla,che sicuramente stiamo peggio di voi, semmai posso contribuire al suo buco. (ps. Rivedere opinioni su politica tedesca. Pare che la Germania sia una cosa a parte rispetto all'Unione Europea. Ai tedeschi danno solo 200€ per il loro Erasmus ma alla mia faccia stupita il mio caro coinquilino ha tenuto a puntualizzare che forse è perchè loro sono più in grado di noi di mantenersi da soli. Controllare se effettivamente siamo così poveri.)
Ci hanno offerto un hamburger per pranzo.
A Torino nessuno mi ha mai comprato nemmeno l'acqua. Alle macchinette. Che voglio dire costa 0,35€.

sabato 12 settembre 2015

#day8

Il blog parte dal day8 perchè non ho nessuna intenzione di copiare anche quelli vecchi blablabla già sono indietro di un giorno figuriamoci.
Eravamo rimasti alla VFNO, la Vogue Fashion Night. Porca miseria che meraviglia. L'Avenida si è colorata di lucine rosa, artisti, e figaccioni ad ogni palo che Charlotte la prima cosa che ha detto è stata "mi avevano detto che i portoghesi erano brutti".
Abbiamo fatto la coda per avere in omaggio un librettino super figo di quelli che se li scorri con il dito si muovono. Ok non so come dirlo ma Elisa direbbe in slow motion, boh.
Poi c'erano quelli appesi ai tessuti che ciondolavano e le ragazze che si facevano pettinare da parrucchieri professionisti e poi facevano la sfilatina tutte belle prese che manco fossero Belen (ma qui la conoscono Belen? - controllare).
Poi abbiamo aspettato Zuza e Aga ma non arrivavano mai e siamo congelate. Quando sono arrivate le abbiamo trovate insieme ad un portoghese - manco a dirlo - mezzo ubriaco che mi ha lanciato l'ennesima perla di questo Erasmus: "ho fatto anche io l'Erasmus a Liverpool. Se c'è una cosa che dovete imparare al più presto è che Lisbona è let it be.". Lui dice che dobbiamo lasciare fare, senza correre, no plans or something like that. Siamo andati all'Erasmus Corner per delle tequila e sono andata a casa perchè va bene let it be ma se si ghiaccia si ghiaccia.
Ieri pomeriggio omg. Elisa mi convince a fare una caccia al tesoro per la città per ESN. Siamo finite in un gruppo capitanato da una sorta di generala ungherese che però sembrava madrelingua portoghese (solo alla fine abbiamo scoperto che la socia ha vissuto un anno in Brasile - abbella ti piace vincere facile). In sostanza ha sfiancato anche le organizzatrici poverine; correva che manco vincere sta cazzo di caccia al tesoro fosse la sua unica ragione di vita. "I WANT TO WIN". Si ma socia vedi di stare calmissima che io la maratona per scoprire perchè in quel bar c'è un tavolo dove nessuno si può sedere non la faccio (prendere nota - nessuno si può sedere perchè era il tavolo di Ferdinando Pessoa).
Nel bel mezzo del cammin di nostra vita, una delle challenge era "Cosa vuol dire per te SocialErasmus". NON POTETE CAPIRE. HO PRESO PARTE A UN FLASH MOB. Di quelli che balli per intenderci come una mongola in mezzo alla strada. Dopo il cinese illegale è una delle cose più assurde che abbia mai fatto. Solo io e Eli naturalmente che la generala era già abbastanza scocciata perchè era rimasta indietro di una domanda. Ps. Non so minimamente per quale causa umanitaria io abbia ballato.
Ho bevuto una copa de ginginha alle 4 del pomeriggio (altra nota - forse meglio berla la sera).
Dopo altra esperienza di quelle unforgettable. Ho fatto le bolle di sapone come un'artista di strada. Sofia ha preso in mano le bacchette e ha fatto millemilabolle. Io le ho prese in mano e nella mia testa ci stavo riempendo Lisbona ma in realtà non c'era vento quindi io ero con gli occhi chiusi per assaporare quel momento di felicità ma non c'era neanche una bolla cacata. Quindi Eli ha dovuto farmi dodicimila foto per far credere a Instagram che stavo facendo le bolle.
Abbiamo finalmente vinto sta cosa della caccia al tesoro e lì ci siamo ricordate che la mia università supermegafigatop organizzava il party di benvenuto. Ci siamo andate da imbucate e tutte puzzolenti perchè quella ci aveva fatto correre.
Non sapevamo minimamente come salire perchè era sul tetto - qui amano i party sul tetto - ma menomale che c'era Oleg il mio flat mate che ci ha detto come fare. Siamo saliti e voilà - party sul tetto con drink, hotdog, penne e sim del cellulare gratis (ora credo di avere più sim portoghesi nel portafoglio che soldi). Inutile dire che lì ho ritrovato quel momento di felicità e spensieratezza che avevo perso nelle mie bolle mancate. A Torino al massimo ti imbuchi nei buffet per i partners in Aula Jona, che comunque se ti sgamano che mangi ti fanno un culo così.
Sono tornata a casa e c'erano gli amici di Oleg che tornavano anche loro dall'ISCTE party e mi hanno invitato all'Urban Beach, un supermegafigotop club lisbonese al fiume. Una figata. Abbiamo iniziato a ballare con quest'altro amico tedesco di Oleg che ballava in una maniera assurda la musica hip-pop ma che per assurdo intendo "porca miseria che ridere ci credi davvero". La cosa più bella è stata che si vedeva che non lo faceva per impressionare qualche ragazza, ballava per lui e si gasava.
All'Urban Beach ho incontrato la mia prima VERA  e TANGIBILE difficoltà da quando sono a Lisbona, per me quasi un dramma.
Ci avete mai pensato quando parte la vostra canzone preferita, in inglese, e allora iniziate a cantarla, ma in tre secondi vi accorgete che TUTTE LE PERSONE INTORNO A TE SONO BILINGUE E L'INGLESE LO SANNO DAVVERO? PORCA TROIA. Io ero lì che volevo cantare in niuuuu iooooork nannananana niu ueicuup nananan uiuen tuu in niuu yoork niu yoork niuu york (Rihanna, actually) e non potevo farlo. Che palle. Morale ho potuto dar sfogo alla mia voglia di cantare solo quando è arrivata Single Ladies di Beyoncé perchè il ritornello lo sapevo tutto a memoria, tiè. Ci vorrei ritornare ma devo capire come arginare questa cosa.
Io e Oleg siamo tornati a casa con un taxi - che secondo noi ci ha fregati perchè 7,30€ è troppo da Cais do Sodré a casa - e lui si è mangiato la torta salata (quella dell'altro post per intenderci) che gli avevo tenuto nel freezer per fargliela assaggiare.
Io ho bevuto un tè e sono andata a dormire e stamattina mi sono svegliata con un sacco di pipì da fare perchè io gliel'avevo detto che un litro di tè in due era troppo.